sabato 24 aprile 2010

RED HOT CHILE PEPPERS

Lascio Lima e le mie conoscenze fatte e giungo cosi`a Santiago de Chile per conoscere meglio la citta`dove il grande Pablo Neruda venne a mancare. Terra strana il Chile in quanto e`come una striscia stretta di terra che si espande dal nord al sud e che e` soffocata dalle Ande da un lato e dal Pacifico dall´altro. Santiago e`una citta molto graziosa e al passo con i tempi in quanto offre molti servizi ed e`cosmopolita a differenza di altre citta`sud americane. Alloggio in una guest house molto fricchettona con una splendida terrazza sulla piazza centrale dove ieri sera abbiamo improvvisato un piccolo party scandito da carne alla griglia, fiumi di vino e musica dal vivo di alcuni musicisti ospiti. Carne al pari di quella argentina e vino molto economico ma molto buono con una uva dal nome "carmenere" che un tempo si trovava anche in Francia ma che ora si coltiva solo in questa terra. Il giorno seguente faccio un giro per il quartiere a mio avviso piu`bello, giovanile e artistico che si chiama Bella vista ed e`a ridosso di una collina dove in cima vi e`posta una statua raffigurante la vergine dell'immaculata concezione (insomma una simil copia del cristo redentor di Rio). A circa 2 ore di bus sulla costa si trovano posti molto suggestivi come: Valparaiso con le sue caratteristiche funiculari e poco piu`a sud ad Algarrobo si puo`nuotare nella piscina piu`grande al mondo, mentre a Talca si puo`effettuare il giro delle vigne per la degustazione dei vini locali.
Vengo a conoscenza pero`che i paesaggi piu`suggestivi si possano trovare all'estremo nord o all'estremo sud, come vulcani, saline, deserti o parchi naturali unici.
A malincuore per il momento mi accontento del mio tour, ma sicuramente dalla mia prossima meta che e`l´Argentina probabilmente rivalichero`le Ande per visionare la Valle della luna e il salar de Atacama. Per il momento e`tutto e vi lascio con una breve ma alquanto suggestiva poesia di Neruda sul perche`della vita:

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero sul bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno.

Lentamente´muore chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi ricordandoci sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

lunedì 19 aprile 2010

SULLA VIA DELL´ORO VERSO IL MACHU PICCHU

Lasciata alle spalle Arequipa, mi trovo al confine con la Bolivia e piu´precisamente sul lago Titicaca che gia´dal nome non viene preso in considerazione dai turisti, ma invece merita in quanto e´probabilmente uno dei laghi piu´alto del mondo e ha delle isole galleggianti fatte di erba che sono uniche e spettacolari.
Da Puno mi dirigo verso Cuzco in quanto il tempo stringe e mi manca ancora di vedere il Machu Picchu per completare la visione delle sette meraviglie del mondo. Cuzco e´una cittadina molto carina ma purtroppo piena di turisti in quanto da qui si prende il celebre trenino che ti porta nella valle sacra degli Inca.
Mi informo subito per andare a vedere il Machu ed essendo stato riaperto da due settimane, a causa delle molteplici piogge che non permettono di raggiumgerlo e´pieno di prenotazioni turistiche (pensate in alta stagione arriva quasi a 3000 ingressi giornalieri ed e´per questo che Unesco ha deciso di metter un numero chiuso giornaliero). Mi informo sia tramite tour operator sia indipendentemente e il risultato e´che mi invento una strada alternativa in quanto non compero ne il pacchetto turistico di circa 200 dollari, ne prenoto il treno per circa 100 dollari.
Insomma mi chiedo come sia possibile che un peruviano possa pagare una cifra del genere, ed in effetti e´tutta una trappola per turisti in quanto in realta´cé´una strada alternativa molto piu´lunga e pericolosa ma che facendo due calcoli con circa 100 soles (30 euro) si riesce tranquillamente andare e tornare. Prendo la decisione pazza (anche perche´qui nulla e´certo) di partire e cercare di tornare nel giro di due giorni in quanto devo poi tornare verso Lima. Per chi volesse raccomando il Rufus tour che praticamente si parte da Cuzco con un bus locale (degli anni 70) e si valica una montagna nella valle dell´Urubamba a circa 3800 metri di altitudine (una delle strade piu´belle ma anche pericolose che abbia mai fatto insieme a quelle nei campi minati in Israele). Tragitto Cuzco a Santa Maria e´circa 8 ore di bus ed il prezzo di circa 15 soles, dopodiche´ti lasciano in questo paesino da solo in mezzo alla giungla e tramite passaggi con gente locale si deve valicare un´altra montagna per giungere a Santa Teresa (circa 10 soles e 1 ora di sterrato). Arrivo a Santa Teresa con un chico guapissimo locale con cui decido di dividere un pollo che scaldiamo direttamente sul motore della sua auto e di andare a bere un paio di birre per poi riposarmi qualche ora e la mattina seguente riprendere il cammino verso Aguacalientes alias Machu Picchu. Da Santa Teresa prendo un altro passaggio dove conosco anche una guida locale che mi da qualche dritta per cercare di entarer a gratis al santuario del Machu Picchu, cosa alquanto difficile, ma non demordo. Il fatto che io pensavo di essere arrivato ed invece ti lasciano alla stazione idroelettrica dove bisogna oltrepassare un fiume con un carrello su un cavo d´acciaio e dopodiche´camminare per circa 15 km nella giungla seguendo delle rotaie di un treno che non dovrebbe essere piu´in utilizzo ma che invece passa e per poco non sarei qua a raccontarlo. Bene giungo ad Aguacalientes dopo 4 ore di cammino e decido di farmi un bagno nelle sorgenti acqua termale. Stop di un´ora per poi salire al santuario Inca con circa 45 minuti di cammino e tante madonne tirate. Bene l´impresa riesce e vado fiero della mia resistenza fisica, ma non di quella nervosa in quanto quando scendo in paese per prendere un biglietto piu´comodo per il ritorno, vengo a conoscenza che non e´possibile in quanto tutto prenotato. Tiro l´ennesima madonna e mi accingo a tornare nello stesso modo come sono venuto, ma molto contento anche se sporco, affamato e alquanto provato.