mercoledì 23 dicembre 2009

GROSSO GUAIO A CHINATOWN...

Vi scrivo dopo parecchi giorni passati a Pechino senza poter entrare su qualsiasi tipo di blog o socialnetwork in generale, ecco spiegato il motivo di tale nome: la citta` proibita (in effetti me lo dovevo immaginare un qualche simpatico divieto impartito dal regime comunista).
Arrivo di sera con un freddo glaciale, siamo ampiamente sotto lo zero e arrivavo dal caldo, quindi in shorts e giusto una felpa per l`aria condizionata.
Insomma un perfetto imbecille che stanco decide di prendere un taxi per arrivare il prima possibile in albergo.
Salgo sul primo che mi capita e qui i taxisti sono vestiti tutti con uno strano cappotto verde militare e indossano il colbacco con la stella rossa, insomma sembra di essere a mosca. Ovviamente mi guardano come un extra-terrestre e appena mi rivolgo a loro in inglese, mi rispondono nella loro lingua che per me sono solo versi a volte anche animaleschi (hanno tono della voce alta e tirano giu certe sputate che un lama gli fa un baffo).....benvenuti a Pechino.
Non mi faccio intimorire ormai sulla mia strada dal India fino a qui ho vissuto situazioni peggiori e con molta calma mostro indirizzo del mio albergo e il simpatico taxista chiama a raccolta un paio di colleghi che iniziano a parlare tra loro come se volessero dire insomma chi e` che si gabba questo turista. Uno dei tre decide di farmi fare una telefonata ad un centralino che parlasse inglese cosi a sua volta da spiegarlo al taxista (insomma una telefonata non si nega a nessuno e in piu` ti allunga la vita).
Ovviamente il collega vuole essere pagato per la telefonata e mi chiede una cifra che non e` ragionevole, insomma contratto e decido di dargli un terzo continuando a pensare che dal comunismo questi simpatici compagni siano passati al fottismo dei turisti. Finalmente arrivo al mio hotel che sembra proprio una baita, molto familiare e gestito da ragazzi super cortesi.
Il mattino seguente faccio un giro per il quartiere visitando vari musei e monumenti tra cui appunto la citta proibita, che e` molto affascinante ed immensa.
Pausa pranzo a base di noodles (spaghetti in brodo insomma) e poi decido di andare a visitare piazza Tianmen che pare sia una delle piazze piu` grandi al mondo ed in effetti un'impresa da attraversare a piedi, anche perche` proprio quel giorno c'e` una simpatica parata militare che non permette nessun tipo di passaggio neanche alle auto. Qui nell`attesa incontro due studentesse cinesi che con aria invaghita si avvicinano a me ed iniziamo una conversazione. Decidono a tutti i costi di voler fare un pezzo di strada con me verso il mio albergo e tra una battuta e l`altra si instaura un certo feeling, dettato dal fatto che sono completamente diverso dalla loro fisionomia e in quanto credono che io sia una sorta di modello.
Sto al gioco ovviamente anche perche una delle due e` molto carina ed e` quella che finora fa maggiori apprezzamenti su di me. Mi convincono a prendere un tea caldo con loro. Entriamo in una tea house apparentemente normale e le due giovani mi conducono in una saletta con al centro un tavolo e le sedie sono solo su un lato, insomma io per sdrammatizzare dico: ma non sara` mica un'interrogazione come a scuola?
Entra una donna vestita con abiti locali e chiude la porta, ma faccio a tempo a leggere un piccolo cartello che proibiva di fare foto.
Inizio a pensare ad un inculata per turisti, ma poi penso alla naturalezza e all'innocenza delle due giovani e mi trattengo per vedere fino a che punto potesse arrivarre tutto questo teatrino. Inizia la dimostrazione e successivamente per fortuna anche la degustazione dei vari tipi di tea. Ovviamente fingo interesse ma faccio capire che non avendo dietro con me carte di credito e sufficienti contanti saro` costretto a tornare per eventuali acquisti.
Passo circa un'ora all`interno tirando in mezzo le cinesi da italiano istrione solo con l`obiettivo di non essere antipatico e spillare il numero a quella piu` carina.
Giunti al termine arriva la proprietaria con il conto da pagare e gia' nell`aria c`era puzza di inculata, ma mai avrei pensato che per un po` di acqua calda ti potessero chiedere la bellezza di 1680RMB circa 180 euro. Inizialmente mi metto a ridere facendo notare che si e` sbagliata e ha messo uno zero finale in piu` del dovuto, ma a risposta negativa e alla presenza di due simpatici Bruce Lee provo la tecnica camaleontica che aihme` non va a buon fine.
Provo altri modi per fare intendere che per un po` di acqua calda mi sembrasse assurdo questo prezzo, ma non si scende a compromessi.
Mi sento spacciato e le due giovani cinesi capiscono il mio stato d`animo e decidono di dividere quanto meno il conto. Insomma si passerebbe da 180 euro a 90 euro, comunque un furto ma meglio sempre pagare e portare le chiappe sane e salve a casa.
Decido infine di farmi scortare dalla proprietaria verso l`albergo per prelevare tale cifra con il bancomat e strada facendo cerco ovviamente in tutti i modi di scendere ad un compromesso, ma non ne vuole sapere, ad un certo punto non mi resta che sviare a tale scavallo con una fuga bella e buona alla vecchia maniera. Insomma al primo incrocio rosso inizio a correre (probabilmente facendo anche il nuovo record dei 100 metri con un paio di clarks) e imbocco la prima via affollata per cercare di mimetizzarmi. Operazione alquanto difficile dato che sono biondo alto piu` di un metro e ottanta. Vorrei terminare dicendo che come Benigni in Johnny Stecchino consiglia di non toccare le banane a Palermo, io vi consiglio di non entrare nelle tea house a Pechino.
E concludo dicendo che se a noi Italiani ci danno dei grandi truffatori, questi Cinesi sono proprio dei grandi scavalloni, anzi aggiungerei sono proprio dei glandi e basta......THE END.

2 commenti:

ahpaolo ha detto...

REFFO VOGLIAMO LE FOTO!!!

pinna-ny ha detto...

graaaaaaaaaaaaande!!